“Il dolore sarà la sua nave, il desiderio la sua bussola”
(Adam in “Dark”)
Se conosci la serie tv Dark è possibile che ci sia stata almeno una volta in cui ti sei chiesto cosa avresti fatto se avessi potuto viaggiare nel tempo. Ci sarà stata almeno una volta in cui hai pensato cosa modificare nel
passato per vivere un presente diverso da questo. E così, entrando nelle vesti di Tannhaus, avrai fatto tua quella sua domanda: “è possibile cambiare il passato oppure il tempo è una bestia immortale che non può essere domata in alcun modo?”. Che ci sia un portale che conduca al passato oppure no, la cosa certa è che sulla Terra c’è una cosa che spinge le persone a voler cambiare ciò che è stato: il dolore. Una perdita, un senso di colpa, un rimorso, un rimpianto, un senso di ingiustizia, la morte … questi vissuti spingono la
mente a voler modificare il passato. Difficile voler modificare un passato fatto di soli momenti gioiosi e sereni. Probabilmente vorremmo riviverli, non modificarli. Ma se c’è anche un solo momento del passato che abbia prodotto una risonanza negativa che vibra ancora nel presente, è a quel preciso momento che la mente tornerebbe volentieri con un bel rewind. Soprattutto quando si pensa di essere stati la causa della perdita di una persona cara, o anche la causa del proprio dolore o del dolore altrui.
Così, i protagonisti di Dark, ciascuno di loro spinto dal dolore, agiscono affannosamente per restituire una possibilità a ciò che è stato distrutto. Chi vive nel futuro prova a riparare i propri errori del passato e chi vive nel passato prova a modificarlo conoscendo il futuro. E in questa spirale di azioni che viaggiano tra passato, futuro e presente, numerose volte si scopre che quelle che si pensava fossero nuove soluzioni non sono altro che ripetizioni di soluzioni tentate e fallite già in passato. Lo stupore si adagia sul nulla di nuovo, e la sensazione di essere intrappolati in un vortice di causa- effetto senza via d’uscita genera disperazione. E con la disperazione si riaccende l’ossessione di dover cambiare a tutti i costi qualcosa, anche un frammento di azione, parola o strategia.
Dark è un’ostinata lotta tra determinismo e libero arbitrio, ma anche la rappresentazione di situazioni fortemente presenti nel pensiero umano. Mettendo da parte la componente fantascientifica della serie tv, ci sono due modi di vivere nel passato, subendo una specie di “paradosso temporale”. Da un lato c’è chi, in questo momento presente, rimugina sul passato alla ricerca dei migliori modi in cui lo avrebbe modificato. Illuminato dal senno di poi, immagina continuamente quella conversazione lì… quella volta che… quell’istante in cui… ignorando lo scorrere del tempo presente, di ciò che gli sta accadendo attorno, della vita stessa. Ebbene, per la psiche umana il portale per accedere ad altre dimensioni temporali c’è già, senza alcun bisogno di crearlo artificialmente. Molte persone vivono nel passato, molte altre nel futuro. A volte il passato appare come un bellissimo rifugio, quando il presente ha spazi vuoti dove prima c’erano persone, emozioni, dolci dialoghi, sguardi d’intesa. Dall’altro lato c’è chi vive situazioni nuove replicando involontariamente il copione di azioni passate, quindi ottenendo più o meno gli stessi risultati di prima.
Creando lui stesso quella spirale di apparente determinismo, spesso si aggrappa a questa visione consolandosi con un “doveva andare così”.
Come interrompere questa spirale di determinismo? C’è una cosa che i protagonisti di Dark non fanno, ed è quella che accade invece quando si accede al “portale” della psicoterapia: elaborare il dolore. Schiavi dell’ostinazione nel cambiare gli eventi, i protagonisti dimenticano i segni del dolore incisi sui propri volti. Fanno del dolore un carburante per l’azione, ma agiscono solo per bloccare le azioni degli altri, piuttosto che cambiare qualcosa dentro sé stessi. Ritenendo che l’unica soluzione sia far tornare le cose come prima, si trovano spesso a dover compiere delle scelte che fanno crollare il confine tra giusto e sbagliato, tra bene e male. Le loro intenzioni sono tutte positive, ma il macigno emotivo che si portando dentro è un veleno che toglie la vista, la saggezza, la riflessione. Laddove viene meno la comprensione e l’elaborazione del dolore, c’è solo spazio per la guerra. Naturalmente, se l’elaborazione del dolore e l’accettazione del lutto fosse accaduta presto, Dark non avrebbe avuto ragione di esistere. Ed è pur vero che questa storia ci offre un’interessante ipotesi di cosa davvero farebbero gli esseri umani se potessero viaggiare nel tempo.
Cosa insegna questa serie tv:
– Cambiare il passato (qualora fosse possibile) potrebbe anche peggiorare le cose.
– Per quante possibilità ci siano per migliorare delle situazioni spiacevoli, queste si ripresenteranno finché non impariamo qualcosa di importante.
– Ciò che appare come qualcosa di negativo potrebbe non esserlo, e questo vale anche per ciò che appare come qualcosa di buono. “Giusto” e “sbagliato” sono criteri di valutazione, alla radice i ogni azione c’è un’intenzione.
Come utilizzare il passato per sciogliere il dolore?
Il passato può rivelarsi, a volte, un contenuto prezioso in psicoterapia. Non sempre è necessario tornare indietro nel tempo, specie se si lavora sul qui ed ora. Ed è pur vero che a volte lavorare sul passato può rivelarsi necessario per raggiungere un obiettivo terapeutico. Quindi, se Winden fosse uno spazio terapeutico, potremmo viaggiare nel passato come osservatori, prendere consapevolezza di ciò che è stato, riconoscere le azioni fatte sospendendo qualunque giudizio, compassionevolmente. Perché? Ciò che hai fatto nel passato, giusto o sbagliato che fosse, era la cosa migliore che potessi fare in quel momento, con le risorse che avevi. Senza apportare alcuna modifica, lasciando i tasselli lì dove erano, ma modificando l’unica bussola che ti ha condotto lì: il dolore. Attraversando il dolore, puoi trasformarlo in una perla preziosa, ricca di apprendimenti che ti faranno da guida per le prossime esplorazioni che il tuo presente e futuro ti offriranno. Sarà quella perla preziosa che porti dentro a cambiare avvero il corso della tua storia.
Dr.ssa Roberta Maldera
Psicologa – Psicoterapeuta
Terapie brevi, ipnosi clinica, coaching.